13874724_1162504057126271_1254968718_nCi sono delle serate in un teatro (poche), nelle quali si viene a creare un’atmosfera di magia e di complicità emotiva tra il palcoscenico e il pubblico. La recita del 30 agosto de “La Traviata” all’Arena di Verona, rientra in questi rari casi, grazie all’alchimia che si è creata tra i cantanti e il podio.

Lo spettacolo di Hugo de Ana, risalente al 2011 (qui da noi recensito), accontenta sia gli amanti della tradizione, che coloro che preferiscono una via meno oleografica e più contemporanea. La scena è densa di simboli, come il velo virginale che Violetta stringe durante l’addio del passato. de Ana immagina la signora delle camelie come Marilyn Monroe o Lady Gaga, dive che diventano miti della collettività, anche per le loro storie d’amore e tragedie personali.

Fabio Mastrangelo è un direttore di straordinaria bravura, capace di tirare fuori tutte le emozioni che appartengono alla Traviata e di trarre dai complessi orchestrali areniani tutte le migliori qualità. 13933182_1166194036757273_1724186364_nL’orchestra è felice di assecondare il maestro e di lavorare con lui in totale complicità e questo si sente. La Traviata di Mastrangelo è teatrale, serrata, un vortice che cessa soltanto nella morte.

Nei ruoli di fianco Victor Garcia Sierra (Domestico/Commissionario), Cristiano Olivieri (Giuseppe), Paolo Battaglia (Dottor Grenvil), Romano dal Zovo (Marchese d’Obigny), Clarissa Leonardi (Flora Bervoix), Teona Dvali (Annina) e i bravi Alessio Verna (Barone Douphol) e Paolo Antognetti (Gastone di Letorières).

Artur Rucinski (Giorgio Germont) è uno dei più autorevoli baritoni sulla scena odierna ed è un modello esemplare di canto espressivo e verdiano. Ciò che colpisce è la voce bellissima e morbidissima che non conosce incrinature o disuguaglianze in tutta la gamma. Le frasi sgorgano naturali, con fiati infiniti, e il personaggio ne viene fuori ingentilito ed elegantissimo.
Francesco Demuro ormai come secondo nome fa Alfredo, tanta è la dimestichezza e la sintonia che ha con questo personaggio. Il giovane Germont del tenore sardo è un tesoro di vocalità brillante e di soavi morbidezze. 13669635_1154020151321735_6618339419526045096_nAnche in questo caso, il personaggio che è un po’ ingrato se vogliamo, ne esce nobilitato grazie ad un ritratto di grande spessore musicale e interpretativo.

Ekaterina Bakanova è protagonista ideale, frivola, ma nevrotica nel I atto e poi sempre più intensa, fino ad un III atto di struggente poesia, con un “Addio del passato” memorabile e un finale di grande sensibilità e spessore umano.

Alla fine un grande successo per tutti e trionfo per i tre protagonisti, da un’Arena piena e festante.

Foto Ennevi

Francesco Lodola

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